domenica 20 aprile 2008

Compito 8

Prima di aggiungere qualsiasi commento voglio riassumere in poche parole il pensiero e i temi che tratterà il professore De Bernard:
Deve insegnare colui che ama la propria disciplina e chi ha desiderio e capacità di trasmetterla agli altri.
Studiare le materie sapendo che la ricerca scientifica è in continuo progresso
L’università ha il compito di formare medici colti cioè che hanno la capacità di saper fare
Importanza dell’istaurare un rapporto umano con il paziente e non solo guardare ai sintomi della sua malattia.
Importanza di sviluppare un pensiero critico nello studente.
Bisogno di avere una buona formazione clinica generale prima di una specialistica.
Pericoli per i medici: pressione industrie farmaceutiche, senescenza della propria formazione, desiderio di guadagno.
CONCLUSIONE: “ Le facoltà mediche raccolgano dunque dei giovani con l’intento di prepararli, con vero amore, a svolgere una delle funzioni più nobili dell’ attività umana, cioè curare e guarire, finchè è possibile, chi è ammalato e pertanto bisognoso d’aiuto”.
Mi sembra che questa conferenza tocchi veramente gli stessi temi che stiamo trattando noi in questo corso di informatica: abbiamo infatti parlato della necessità dello stupore in tutto ciò che facciamo, della necessità di istaurare un vero e proprio rapporto con il malato e non solo di curarlo; abbiamo visto anche un vero e proprio esempio di tutto questo, cioè studenti di medicina che si vestono da clown per andare a portare un sorriso tra le corsie degli ospedali, esempio perfetto dell’unione tra la conoscenza e l’umanità che il medico deve avere per essere un bravo medico… Per fortuna questi argomenti stanno prendendo sempre più campo, si cominciano ad affrontare in seminari e sempre più persone si stanno rendendo conto che sono importanti almeno quanto saper fare un giusta diagnosi e prescrivere una giusta terapia.

mercoledì 9 aprile 2008

Compito 6: Che bello i Clown!

I clown mi hanno sempre affascinato... Da piccola, i miei mi portavano spesso al circo perchè ridevo proprio come una matta a vedere quegli strani soggetti con quelle grandi parrucche e il viso tutto truccato, con un grandissimo nasone rosso; mi sedevo sempre nei primi posti con il mio enorme zucchero filato o i miei enormi pops corn e ridevo dall'inizio alla fine... poi, da quando sono diventata adolescente, non sono più voluta andare al circo perchè mi sentivo "grande" e i clown non mi facevano più ridere... ma damartedì scorso ho cambiato di nuovo opinione: quando sono entrati i ragazzi vestiti da clown sono scoppiata a ridere, tanto che mi sono venute le lacrime dalle risate, ed in quel momento sono tornata per un attimo quella bambina di qualche tempo fa, che amava il circo... Allora, mentre guardavo il loro spettacolo, mi sono tornate in mente anche le parole che aveva pronunciato poco prima lei, prof, " il medico non deve mai perdere le capacità di stupirsi": io, invece, mi sa che un pò l'avevo persa quando "decisi" di essere troppo grande per il circo... ed invece, grazie a quel semplice spettacolino, ho capito che non si è mai troppo grandi per stupirsi, anzi è un modo per restare sempre bambini! quei ragazzi, che sono nostri compagni di studio, hanno saputo catturare tutti noi spettatori, un pò spaesati e stupiti da tutto ciò che stava accadendo in quell'aula universitaria dove passiamo la nostra mattinata tutti intenti a prendere appunti... e se sono riusciti a far ridere noi, figuriamoci cosa riescono a fare negli ospedali: alle persone che stanno male a volte basta un piccolo gesto per sorridere e per gustare le troppo poche cose belle che la vita riserva loro... insomma penso che anche il titolo del seminario non potesse essere più giusto: lei, prof, martedì si è veramente "preso cura" di noi: ci ha mostrato come all'università si potrebbero imparare molti concetti in modo nuovo; inoltre si è "preso cura" di noi perchè ci ha permesso di capire veramente quanto è importante sorridere e far sorridere gli altri, cosa che a volte ci dimentichiamo, tutti presi dai tempi frenetici delle nostre vite.

Grazie ancora per la bella esperienza e complimenti ai ragazzi del progetto "M'illumino d'Immenso"!
Martina Bianconi

mercoledì 2 aprile 2008

Io e la mia "nemica" matematica

Avevo già letto il suo post sulla matematica prof, perchè mi aveva particolarmente incuriosito; purtroppo io sono una di quei tantissimi studenti che ha sempre odiato la matematica, ma come lei, anche io penso che non sia tutta colpa di noi studenti se proprio non riusciamo a capirla.. adesso vi racconto la mia esperienza: a me è sempre paiciuto studiare già dalle elementari e, fino alle medie, tutte le materie... poi alle medie ho avuto 2 prof una peggiore di un altra che non sono riuscite nè ad insegnarci nè a farci piacere la matematica, e questo non solo a me ma anche a tanti miei compagni.. detto questo non voglio dare tutta la colpa a loro, ma, forse, se avessi avuto una brava inegnante di matematica poi non avrei fatto neppure il liceo classico. Al liceo poi ho trovato una bravissima insegnante che però aveva a che fare con una classe di persone che ormai odiavano la matematica, chi per un motivo, chi per un altro e che ormai erano convinte che non avrebbero mai capito tutte quelle formule apparentemente senza senso ( infatti secondo me al classico ci sono soprattutto persone che hanno "litigato" con la matematica). Comunque per farla breve i miei risultati a matematica al liceo sono stati più che buoni, ho avuto soprattutto negli ultimi anni dei voti che non mi sarei mai aspettata ed vero veramente contenta... Poi però, decidendo di entrare a medicina, facendo i test e poi, dopo essere entrata, relazionandomi con i miei compagni dello scientifico e con le lezioni di fisica del primo semestre, mi sono accorta di non conoscere per niente la matematica: magari se mi impegno so risolvere qualche esercizio, ma non sono capace o comunque faccio fatica a interpretare un grafico, una formula. Mentre gli altri miei compagni cercano di capire una formula, io tento di impararla ed è qui che probabilmente sbaglio, ma non riesco a correggermi: ciò vuol dire che magari so il procedimento per risolvere un'equazione di secondo grado o una semplice derivata, ma non ho il concetto di nessuna delle due, non so a cosa posso applicarle e a che cosa possono servirmi nella vita di tutti i giorni e sinceramente ne sono dispiaciuta perchè oggi tutto, e soprattutto la medicina, si basa sulla matematica. Quindi tutto questo discorsone per dire che secondo me lei prof ha pienamente ragione quando dice che nelle scuole ( ma non in tutte!) si insegna solo a risolvere meccanicamente gli esercizi e non a capire fino in fondo cosa stiamo facendo e a che cosa serve.